Ulteriori gradi di libertà, nella città che resiste

DOVE

Via Manzoni 10, Milano.

QUANDO

Dal 10 settembre 2021 al 7 novembre 2021

Dal 10 settembre 2021 le Gallerie d’Italia di Milano presentano la mostra di Francesca Leone Ulteriori gradi di libertà, nella città che resiste, un’esplorazione tra le più significative opere dell’artista in dialogo con alcune opere della collezione Intesa Sanpaolo.

Francesca Leone utilizza ogni dettaglio per gettare le fondamenta di un’architettura che costruisce “mattone su mattone” o, considerando il materiale standard dei suoi interventi, “lamiera su lamiera”. Un’architettura ulteriore in quanto tiene conto della realtà che abitiamo, ma senza rassegnarsi a essa.

La ricerca di Leone esplora il valore dell’architettura (metafora della Storia) come esperienza plurale, risultato di una negoziazione fra dinamiche e interessi opposti da cui emerge la molteplicità delle tante storie individuali. Alla funzione collettiva dello spazio pubblico si integra quella singolare dello spazio domestico.
Sull’utopia del progetto (architettonico o politico) interviene l’utilizzo quotidiano della comunità che lo interpreta. E ogni visione di progresso comporta il destino del rifiuto. Per questo, nelle opere dell’artista, alla costruzione non consegue mai la distruzione ma la resistenza con cui ogni elemento si compenetra nell’altro.

Tra le sei colonne in ghisa presenti in Sala delle Colonne, dove l’esibizione è allestita, l’artista insinua una parete di lamiera, l’opera principale della mostra: l’artista compone un’imprevista voluta che definisce un’architettura nell’architettura, mobile e curvilinea come nel barocco berniniano o borrominiano, che trasfigura un volume interno in un ambiente esterno.
Anche materie e forme delle altre opere sembrano non accettarsi per come sono: una lamiera solcata da dispositivi elettronici, lo scarto di un’altra lamiera arrotolato intorno a una massa di cemento, una maglia di reti metalliche sovrapposte prendono vita in nuove dimensioni.

Nella costruzione di queste sue architetture immaginifiche Leone ha scelto di condividere la sala con altri due artisti le cui opere provengono entrambe dalle collezioni di Intesa Sanpaolo: Senza titolo (1948) di Mimmo Rotella e Dai gradi di libertà: recupero e reinvenzione (1975) di Ugo La Pietra. Riconnettendo materie usurate e abbandonate con la loro bellezza e autorità perduta, o con i significati e le funzioni che avrebbero potuto esprimere se non le avessimo ridotte a semplici materiali di scarto, queste opere sembrano estratte da città ideali che non esistono più o non esistono ancora, in quanto atti di resistenza rispetto alla città moderna industrializzata. Ma in cui queste opere continuano a ricordare e a immaginare, a recuperare e a rivendicare ulteriori gradi di libertà.