Argilla. Storie di vasi - Un progetto scientifico e didattico

DOVE

Contra’ S. Corona 25, Vicenza

QUANDO

Dal 29  luglio 2021 prorogata al 28 agosto  2022

Da  martedì a domenica dalle 10.00 alle 18.00.


Lunedì chiuso.

Ultimo ingresso:  trenta minuti prima della chiusura.

BIGLIETTI

intero: 5,00 €, ridotto: 3,00 €, ingresso gratuito per convenzionati, scuole, minori di 18 anni, clienti del Gruppo Intesa Sanpaolo

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l progetto scientifico e didattico Argilla. Storie di vasi – a cura di Monica Salvadori, Monica Baggio e Luca Zamparo, con il contributo di Federica Giacobello – nasce dalla collaborazione con il Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università degli Studi di Padova in seno alle ricerche sviluppate dal Progetto MemOLa memoria degli oggetti. Un approccio multidisciplinare per lo studio, la digitalizzazione e la valorizzazione della ceramica greca e magnogreca in Veneto, sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.

Il percorso triennale si inserisce nell’ambito delle attività dedicate alla valorizzazione della collezione di ceramiche attiche e magnogreche di Intesa Sanpaolo, costituita da oltre cinquecento reperti prodotti tra il VI e il III sec. a.C. e tutti provenienti da un’unica necropoli di Ruvo di Puglia.

La rilevante presenza di vasi attici e magnogreci nelle collezioni museali del Veneto, nonché la consapevolezza del ruolo sociale e culturale che il patrimonio ceramico greco ha rivestito e continua a rivestire nella definizione dell’identità occidentale, rappresentano la chiave di lettura del progetto di valorizzazione che intende proporre una migliore fruizione del patrimonio culturale e lo sviluppo della conoscenza.

Argilla. Storie di vasi indaga le modalità tecniche di realizzazione dei manufatti ceramici nel mondo greco antico, partendo dalla fase di estrazione dell’argilla per giungere al vaso finito, attraverso un percorso che ambisce a svelare alcuni segreti di questa produzione artistica e artigianale millenaria, i cui esiti continuano a suscitare vivo interesse.

L’itinerario narrativo, caratterizzato da una precisa/decisa/chiara finalità didattica e da una particolare attenzione ai diversi pubblici, specialmente quelli di età scolare, si contraddistingue per un linguaggio semplice ma allo stesso tempo specifico, che intende fornire le basi di un lessico per la conoscenza della produzione ceramica greca e magnogreca, attraverso un’esperienza educativa che dal mondo antico giunge al contemporaneo.

L’esposizione è dotata di supporti audio, video e tattili per essere ampiamente inclusiva e accessibile, con l’obiettivo di ridurre, per quanto possibile, le barriere culturali, motorie e sensoriali al fine di creare uno spazio condiviso.

Il progetto presenta un gruppo di ceramiche greche e magnogreche della collezione Intesa Sanpaolo accanto ad alcuni reperti gentilmente concessi in prestito dal Museo Regionale della Ceramica di Caltagirone (Parco Archeologico e Paesaggistico di Catania e della Valle dell’Anci), dal Museo Civico di Bassano del Grappa, dal Museo Archeologico Nazionale di Ferrara e dal Centro d’Ateneo per i Musei dell’Università di Padova.

Scarica l’approfondimento interattivo.

ARGILLA. STORIE DI VASI
Un progetto scientifico e didattico inclusivo e accessibile

Argilla. Storie di vasi (a cura di Monica Salvadori, Monica Baggio e Luca Zamparo con Federica Giacobello) nasce in seno alla collaborazione fra la Direzione Arte, Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo e il Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università degli Studi di Padova.

Il progetto scientifico e didattico vuole indagare le modalità tecniche di realizzazione dei manufatti ceramici nel mondo greco antico, partendo dalla fase di estrazione dell’argilla per giungere al vaso finito, cercando di svelare i segreti di una produzione artistica millenaria, i cui esiti continuano ancor oggi ad incantare. Oggetti straordinari di tale produzione fanno parte della Collezione Intesa Sanpaolo e, in questa sede, dialogano con alcuni esemplari provenienti da altre collezioni pubbliche del Veneto e di prestigiosi musei italiani.

Nella prima sala, chiamata dell’Antico Testamento, si racconta come gli antichi realizzavano i vasi, con particolare attenzione al mondo greco e magnogreco.

Gli esemplari, di cui noi ammiriamo le forme, la fattura, il rivestimento e le raffigurazioni, sono il risultato di un lungo e complesso processo scandito da diverse e precise fasi di lavorazione che richiedeva di possedere la tecne, la perizia che nasce dall’esperienza.

Ad aiutarci a ricostruire le fasi produttive sono le scene raffigurate sui vasi e le immagini dipinte su alcune tavolette d’argilla ritrovate a Penteskouphia nei pressi di Corinto che in questa sala sono state riprodotte graficamente. Nelle vetrine si possono ammirare esemplari prodotti con tecniche figurative differenti insieme a vasi che, a causa di errori nella delicata fase di cottura nelle fornaci, appaiono difettosi.

La vicina sala dell’Antica Roma ci guida all’interno della bottega di un antico vasaio greco attraverso le immagini dipinte e la selezione delle forme vascolari.

Le forme ceramiche attestate nel mondo greco antico sono poche, standardizzate e riconducibili a precise funzioni: trasportare l’olio, versare l’acqua, contenere il vino oppure gli unguenti profumati. Queste azioni appartengono sia ai differenti momenti della vita quotidiana sia alle azioni rituali.

Le immagini dipinte si ispirano al mito, all’epica, alla vita quotidiana e talvolta, in un gioco di specchi, anche al lavoro del ceramista e del ceramografo. Esse non hanno solo un valore estetico ma i segni che le compongono, fatti di oggetti e gesti, rimandano al pensiero e all’ideologia delle società che le ha prodotte.

Nella terza sala, chiamata dei Quattro Continenti, il pubblico è sfidato a mettere alla prova le proprie capacità di analisi dei manufatti, per individuare alcuni oggetti che imitano le produzioni antiche.

Questo ambiente, infatti, narra le storie di oggetti e di persone che producono, collezionano e conservano. Allo stesso tempo, questo spazio vuole parlare di quanto oggetti estremamente umili, provenienti dalla terra, possano suscitare interessi economici e sociali. Ci parla, infine, della ricerca archeologica e storico-artistica, ricerca attenta alla società e rivolta alla tutela del patrimonio culturale che accomuna la storia di tutti noi.