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L’UNDICESIMA CASA. Prima edizione del Premio Paul Thorel

dove

Gallerie d'Italia - Napoli

Quando

Dal 9 marzo al 5 maggio 2024

biglietti

Ingresso intero 7€, ridotto 4€, gratuito per convenzionati, scuole, minori di 18 anni e clienti del Gruppo Intesa Sanpaolo

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L’undicesima casa è la mostra dei tre artisti vincitori della prima edizione del Premio Paul Thorel, un osservatorio sulla scena creativa italiana che esplora le arti digitali e che individua nella fotografia il proprio linguaggio di ricerca e di orizzonte estetico. Il Premio Paul Thorel, assegnato con cadenza annuale, consiste in una residenza di un mese negli spazi della fondazione a Napoli, e riattiva lo studio e gli strumenti dell’artista Paul Thorel (1956-2020) - pioniere della fotografia e dell’immagine elettronica - per realizzare una nuova produzione artistica inedita.

In astrologia, l’undicesima casa è la casa delle amicizie e della forza del collettivo, della sua capacità di imprimere una differenza nella vita sociale. In mostra, ciò si declina in un viaggio nelle relazioni e nelle alleanze tra corpi, comunità ed ecosistemi; una commistione di organico e inanimato, umano e tecnologico. Nell’opera degli artisti le bolle ermeticamente sigillate della società contemporanea si dischiudono, rivelando un universo identitario complesso, che si muove tra paesaggi naturali, architettonici e virtuali. A emergere è un distillato di cultura popolare e sentimenti, che prolifera nei coni d’ombra formati dai media tradizionali e dalla cultura digitale 3.0.

Il percorso espositivo inizia con le opere di Lina Pallotta, che si è immersa nella quotidianità dei femminielli napoletani e offre una collezione di ritratti e di momenti di intimità e lotta per i diritti civili sotto la guida di Loredana Rossi, vicepresidente dell’ATN - Associazione Transessuale Napoli. Seguono le visioni di Jim C. Nedd - sospese tra sogno e cruda realtà - che ha fotografato un gruppo di giovani napoletani, un corpo sociale, in un atto spontaneo di comunione con una natura primigenia. Infine, Clusterduck ricostruisce le icone, i simboli, e le istanze delle subculture di internet, dall’era dei forum e delle pagine statiche, a quella dei social media e dell’ipercondivisione controllata dalle multinazionali della Silicon Valley e da governi autocratici, alla ricerca di libertà e significato.

In mostra, Pallotta, Nedd e Clusterduck intercettano immaginari e forme di resistenza ai processi di gentrificazione culturale adottati dalle forze reazionarie del mondo reale, adesso che tutto questo è replicato dalle intelligenze artificiali nel mondo digitale, senza spazio per la dissonanza.