“Genio Futurista” di Giacomo Balla

DOVE

Gallerie d’Italia
Piazza della Scala 6, Milano

QUANDO

Dal 9 aprile al 12 maggio 2019

La più grande opera di ​Giacomo Balla ​arriva alle ​Gallerie d’Italia di Milano dal 9 aprile al 12 maggio 2019​: si tratta di Genio Futurista,​ appartenente alla Collezione Biagiotti.

Un capolavoro del futurismo balliano

Questo olio su tela d’arazzo venne esposto nel padiglione delle arti decorative dell’Esposizione di Parigi del 1925 e fu considerato, sia dalla critica che dall’artista stesso, l’opera cardine della sua partecipazione: la sua presenza è infatti altamente simbolica per l’origine e gli sviluppi dell’Art Déco.

La mostra parigina sancì la larghissima e ormai capillare diffusione internazionale delle idee dei futuristi che, interpretando le teorie di Filippo Tommaso Marinetti, avevano già nel decennio precedente operato una vera e propria rivoluzione in campo ideologico e artistico e dato voce allo slancio che aprì la strada alle avanguardie internazionali.

Il mito della velocità e del dinamismo si legò, in quell’epoca, a un nuovo concetto di arte, che i futuristi intendevano non più come semplice rappresentazione, ma come azione concreta sul mondo che si traduce in un inno alla modernità, al progresso e alle macchine, e incarna la visione ottimista e progressista di inizio secolo.

L’arazzo venne poi nuovamente esposto alla mostra degli Amatori e Cultori di Roma nel 1928, in posizione dominante al centro di una parete nella grande sala antologica dedicata al lavoro di Giacomo Balla, in cui l’artista presentò una selezione delle opere più importanti della sua carriera, a partire dal divisionismo di inizio secolo.

Un simbolo antropomorfo dell’Italia

Impostato sui colori italiani del rosso, del bianco e del verde, che si intarsiano su un fondo blu e azzurro, la composizione “prismatica” è incentrata su una schematica figura d’uomo, la testa a stella, simbolo dell’Italia.

Da questa figura astratta solo vagamente antropomorfa (il Genio Futurista, in fondo autoritratto dello stesso Balla) si irradiano forme-rumore che condensano le diverse esperienze pittoriche futuriste dell’artista in una sorta di summa artistica: dalle forme acute “motorumoriste” ai volumi astratti di Feu d’Artifice (1916-1917), dal tricolorismo patriottico di Forme-grido Viva l’Italia (1915) alle rappresentazioni teoriche e teosofiche sulla “quarta dimensione” di Trasformazioni forme-spiriti (1918) e di Pessimismo contro Ottimismo (1923), ai triangoli intersecati delle Compenetrazioni iridescenti (1912-13).

Genio futurista è la rappresentazione precisa e riassuntiva di un processo geniale che porta l’artista alla conoscenza dei rapporti dinamici dell’universo, e alla loro rappresentazione come forme e colori puri: avanguardia non solo di forme, ma anche e soprattutto di intuizioni intellettuali, di dimensioni che superano il visibile e danno corpo all’invisibile, come lo stesso Balla affermava nel Manifesto della Ricostruzione Futurista dell’Universo (1915).